La maggior parte delle persone conosce il microbiota intestinale, che con circa 500 specie di batteri, oltre a lieviti, parassiti e virus e un peso di un 1,5 kg, è la parte più consistente del microbiota umano. Quanti invece hanno sentito parlare di dermobiota? Altrimenti noto come microbiota cutaneo, è l’insieme dei microrganismi (comprendenti batteri, funghi, virus e acari) presenti sulla pelle, che vivono in perfetta simbiosi con il nostro organismo, comunicando e interagendo con il sistema immunitario.
Modoetia ne ha parlato direttamente con uno specialista che opera nel poliambulatorio monzese: il Biologo Nutrizionista, Dott. Ferruccio Cavanna. (Perché un nutrizionista anziché un dermatologo? Perché la corretta alimentazione è fondamentale per la salute di tutti i microbiota).
Cos’è il dermobiota?
“Il microbiota della pelle (dermobiota) sta destando sempre più interesse sia sul versante dermatologico, sia su quello cosmetico. Il mantenimento del delicato equilibrio della moltitudine e diversità dei microrganismi che albergano sulla pelle sembra infatti essere la chiave di successo per la prevenzione di alcuni disordini dermatologici, quali acne, eczema, forfora, psoriasi, considerate stati patologici, ma anche condizioni meno severe come la secchezza della pelle e le irritazioni cutanee.
Ricordiamo che la pelle è uno dei più grandi organi del corpo umano (in una persona adulta occupa una superficie di circa 1.8 metri quadrati e rappresenta un vero e proprio ecosistema n.d.r.) e parimenti a un altro organo che è noto per la sua estensione, l’intestino, costituisce l’interfaccia tra il nostro organismo e l’ambiente esterno. In termini generici si può affermare che la prima funzione di questi due organi è quella di proteggere e mantenere intatto l’ambiente interno.
Come l’intestino, anche la pelle viene colonizzata da una gran moltitudine di microrganismi (commensali e simbionti). Per quanto riguarda la pelle, ciò avviene nell’immediato periodo post-natale, grazie al contatto materno e all’ambiente esterno”.
Qual è la composizione del dermobiota?
“Il dermobiota fa registrare una gran varietà di microorganismi, che sono perlopiù batteri Gram-positivi, al contrario dei Gram-negativi che sono poco rappresentati. Si compone inoltre di virus e funghi (la Malassezia) e anche parassiti (acari della pelle come ad esempio il Demodex).
La composizione del dermobiota dipende molto da specifiche caratteristiche fisiologiche dell’ambiente che trova sulla pelle, dal pH, ma anche dalla temperatura o dalla condizione di umidità creata ad esempio dalle ghiandole sudoripare, o ancora dalla presenza più o meno significativa di sebo, dovuta alle ghiandole sebacee. Tutti parametri che concorrono alla formazione di un ambiente “locale” caratteristico e unico.
Ciò rivela inoltre come il microbiota della pelle sia diverso, in termini di numero e/o composizione, nei vari distretti del corpo: ascelle, interno dei gomiti, pieghe inguinali, spazi interdigitali etc.. Esiste quindi una vera e propria topografia del dermobiota”.
Quali compiti assolve il dermobiota?
“Il dermobiota ha tanti compiti, uno dei più intuitivi è quello della protezione dalle aggressioni esterne, che possono essere di natura fisica, chimica o biologica. I microrganismi della pelle si occupano inoltre di monitorare l’azione dei patogeni, ad esempio elaborando metaboliti che cercano di mantenere un ambiente acido, abbassandone il pH, che risulta essere poco favorevole per lo sviluppo dei patogeni. Recenti studi hanno dimostrato che metaboliti generati del dermobiota si ritrovano anche negli strati più interni dell’epidermide, a testimonianza che il rapporto microrganismi-ospite è molto stretto”.
Cosa succede in caso di disbiosi del dermobiota?
“Se tutti i microrganismi della pelle risultano essere in equilibrio tra di loro possono svolgere al meglio le funzioni, cui sono deputati. Tale equilibrio è definito “eubiosi”. Quando tale condizione viene perturbata più o meno significativamente si instaura la “disbiosi” (disequilibrio, sbilanciamento), che comporta l’alterazione di alcune funzioni fondamentali, come ad esempio l’effetto barriera, con un conseguente innalzamento del pH. Spesso si verificano fenomeni di disidratazione e infiammazione, alcune cellule della pelle possono entrare in sofferenza (cheratinociti) e degradarsi. Si assiste inoltre all’interferenza con le attività immunitarie (dermatite atopica), infine possono manifestarsi situazioni patologiche che abbiamo citato poc’anzi, quali acne, follicoliti, formazione di forfora, psoriasi, rosacea etc”.
Cosa può favorire la disbiosi del dermobiota?
“I frequenti lavaggi con detergenti alcalini (saponi), l’utilizzo di prodotti per l’igiene (deodoranti), l’uso di cosmetici (idratanti) o prodotti estetici (make up) possono interferire con la fisiologia del dermobiota. così come farmaci per uso topico (antinfiammatori) e antibiotici, determinando uno stato di disbiosi.
In conclusione, la medesima cura e attenzione che oggi poniamo al microbiota intestinale, nel prossimo futuro, dovrà necessariamente essere rivolta al dermobiota. Non bisogna infatti dimenticare le relazioni Gut-skin-brain axis: la salute dei nostri batteri equivale anche alla nostra salute mentale”.
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