Cos’è il microbiota intestinale?
Il microbiota intestinale, la parte più consistente del microbiota umano, ha un peso di un 1,5 kg e si compone di circa 500 specie di batteri, oltre a lieviti, parassiti e virus. E’ formato da un numero di cellule circa 10 volte superiore rispetto a quelle che compongono l’essere umano.
Sono quattro le specie principali di batteri che compongono il microbiota interstinale: Firmicutes, Bacteroides, Proteobacteria e Actinobacteria. Firmicutes e Bacteroides rappresentano circa il 90% della popolazione totale.
Nonostante ciò, la sua composizione è specifica e unica in ogni individuo, esattamente come le impronte digitali, proprio per questo si chiama fingerprint batterico. Non si tratta di un’impronta statica, al contrario va incontro a numerose evoluzioni nel corso della vita dell’individuo, dall’infanzia all’età adulta.
Le funzioni del microbiota sono molteplici, in estrema sintesi, si occupa di proteggere la mucosa intestinale, regolare le naturali difese immunitarie, nonché limitare la crescita dei batteri patogeni.
Scopriamo dunque, più nel dettaglio, a cosa serve il microbiota, perché è importante per la salute e cosa accade quando il suo delicato e complesso equilibrio si altera.
Microbiota e microbioma: quali sono le differenze?
Innanzitutto è fondamentale chiarire il significato dei due termini chiave che riguardano la salute intestinale: microbiota e microbioma vengono sovente utilizzati come sinonimi, tuttavia non lo sono. Nello specifico il microbiota è la popolazione di microrganismi che colonizza un determinato organo, in questo caso l’intestino, mentre il microbioma è la totalità del patrimonio genetico posseduto dal microbiota.
Le funzioni del microbiota intestinale
Il microbiota intestinale svolge diverse funzioni fondamentali all’interno dell’organismo umano. Nel dettaglio:
- Conserva la regolare funzionalità intestinale
- Contribuisce alla digestione degli alimenti
- Sintetizza vitamine essenziali per la salute (acido folico ed altre del gruppo B, per esempio) e consente l’assorbimento di oligominerali come ferro, calcio e magnesio;
- Concorre allo sviluppo e alla modulazione del sistema immunitario
- Protegge dall’insorgenza di numerose patologie, quali obesità, diabete di tipo II, sindrome metabolica, malattie infiammatorie intestinali, diverticoli del colon, cancro (colon-retto, fegato, stomaco), artrite reumatoide, disturbi psichici, allergie
- Può influenzare le funzioni cognitive e psichiche, in virtù dell’asse bidirezionale intestino (sistema nervoso enterico) – cervello (sistema nervoso centrale)
Il microbiota intestinale è in grado di presiedere a tutti queste funzioni, a condizione che si trovi in uno stato di equilibrio, definito eubiosi.
Disbiosi intestinale: quando salta l’equilibrio del microbiota
Quando questo equilibrio si rompe, si sviluppa una particolare condizione chiamata disbiosi, che è alla base di fenomeni di infiammazione cronica di bassa intensità della mucosa intestinale e può essere l’elemento scatenante dei principali disturbi intestinali, quali:
- La sindrome dell’intestino permeabile
- La sindrome dell’intestino irritabile
- Le malattie infiammatorie croniche intestinali
- La sindrome da proliferazione batterica
- Le alterazioni del transito intestinale
- La diarrea
- La dispepsia
- Il malassorbimento
Inoltre l’alterazione prolungata del microbiota può concorrere all’insorgenza e alla progressione di numerose patologie:
- Locali: coliti croniche; il morbo di Crohn e colite ulcerosa; poliposi intestinali; diverticolosi, tumori
- Epatiche: insufficienza epatica e cirrosi fino all’ipertensione portale
- Dismetaboliche: diabete mellito
- Immunitarie: allergie e intolleranze alimentari; disturbi reumatico-simili
- Psicosomatiche: stati depressivi
- Circolatorie: insufficienze venose agli arti inferiori; sindromi emorroidarie; aterosclerosi e ipertensione arteriosa conseguente
Ma quali sono i fattori che concorrono maggiormente all’alterazione del microbiota intestinale? Sono molteplici e possono essere sinteticamente racchiusi nei seguenti punti:
- Infezioni gastrointestinali
- Cure farmacologiche, in particolare gli antibiotici possono alterare l’equilibrio della normale flora batterica intestinale
- Alimentazione e intolleranze: i cambiamenti di regime alimentare, l’assunzione di bevande o cibi contaminati da agenti patogeni, la perdita di peso, i difetti metabolici
- Cambi di clima accompagnati anche da variazioni sostanziali nell’alimentazione
- Ansia e stress
Come ripristinare il microbiota intestinale
Ripristinare la condizione di eubiosi del microbiota intestinale non sempre è un’impresa semplice, tuttavia, l’impiego di prebiotici e integratori di probiotici può coadiuvare il ripristino della normale flora batterica intestinale.
In sintesi:
- I prebiotici sono sostanze naturalmente presenti in diversi alimenti (quali farina integrale e cereali, carciofi, cicoria, banane, miele, germe di grano, aglio, cipolla, fagioli e asparagi), capaci di raggiungere inalterati il colon, dove vengono utilizzati come “nutritivi” da alcuni gruppi batterici, incrementando il numero di batteri “buoni” e riducendo i potenziali patogeni.
- I probiotici, sono microrganismi vivi, di origine batterica non patogena, che si trovano ad esempio nello yogurt intero bianco, nel kefir, nella la ricotta, e che hanno la funzione di arricchire la flora intestinale e potenziare le difese immunitarie.
Articolo a carattere informativo-divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.