Modoetia logo
Modoetia logo

Lallazione: cos’è e come stimolarla. Le prime fasi dello sviluppo del linguaggio

In questo articolo parliamo di:

La lallazione è la produzione vocale linguistica dei bambini a partire dal sesto mese, caratterizzata da coppie di vocali e consonanti ben definite e toni diversi. A differenza dei vagiti e dei vocalizzi dei primi mesi di vita di un neonato, ha una struttura sillabica, ma non veicola ancora un messaggio preciso.

La lallazione rappresenta una fase molto importante dello sviluppo del linguaggio nella prima infanzia: è l’inizio del percorso che porta il neonato a imparare a parlare e a farsi comprendere dalle persone che gli gravitano intorno. Alcuni studi hanno dimostrato che i bambini lallano diversamente a seconda della lingua madre e sembra esistere anche una correlazione tra le sillabe prodotte in questa fase e le prime parole effettivamente pronunciate.

Ė un fenomeno fisiologico e normale, in cui i genitori possono svolgere un ruolo importante nel favorirne lo sviluppo. L’assenza di lallazione oltre i 12 mesi potrebbe richiedere il consulto con un pediatra di fiducia e un logopedista, sebbene ogni individuo abbia il proprio ritmo di crescita.

Definizione di lallazione

Il significato di lallazione deriva dal latino lallatio, che vuol dire canterellare per far addormentare il bambino.

Sviluppo del linguaggio e Lallazione: la parola all’esperto

Abbiamo parlato delle prime fasi di sviluppo del linguaggio con la dott.ssa Swich Erika, specialista in logopedia, in carica presso il Poliambulatorio Modoetia di Monza. “I neo-genitori si interrogano spesso su queste tematiche. Nella mia esperienza, capita frequentemente di sentirmi domandare cos’è la lallazione, quando dovrebbe comparire, quando le prime parole, e quali strategie possono adottare per aiutare il loro bimbo in questo percorso di crescita”.

Quali sono dunque le principali tappe dello sviluppo del linguaggio: quando comincia la lallazione? Quando le prime parole?

“Innanzitutto è doveroso fare una premessa: il bambino, appena nato, non ha ancora la percezione di sé, del proprio corpo, della propria voce. Non sa che la comunicazione verbale è lo strumento che avrà a disposizione per comunicare col mondo esterno. Universo che per le prime settimane di vita sarà circoscritto alla mamma, al papà e a pochi altri contatti, con i quali il neonato interagirà attraverso il pianto e il contatto fisico.

Poi verrà la condivisione dello sguardo, associato in particolare al momento dell’allattamento. A seguire, il bambino inizierà a porre attenzione anche ai suoni in maniera un po’ più strutturata e sarà in grado di riconoscere la voce dei genitori e delle persone che si prendono cura di lui, mentre esplorerà il suo corpo toccandosi le mani, i piedi, il volto. Metterà le mani in bocca e inizierà così ad accrescere la consapevolezza di sé.

Analizzando nello specifico la comunicazione verbale, possiamo identificare le seguenti fasi:

  • Intorno ai 2-4 mesi il bambino inizierà a produrre vocalizzi (suoni vocalici), spesso associati al movimento delle mani verso la bocca. Comincia così a sviluppare la consapevolezza di poter produrre dei suoni, che in questa fase non saranno ancora contestualizzati.
  • Verso i 6 mesi, si apre la fase della “lallazione canonica”: il bambino introduce qualche consonante e ripete una sola sillaba più volte (esempio: mamamama). Solitamente i suoni utilizzati sono la vocale /a/ (la più facile da riprodurre) e le consonanti /m/, /p/, /b/, /t/, /d/.
  • Verso i 9/10 mesi si passa alla “lallazione variata”: le sillabe semplici vengono ripetute con variazioni della consonanti, (esempio: mamatata), ma anche delle vocali, per esempio (totito, papana…). In questa fase il bambino comprende tra le 20 e le 100 parole, inoltre inizia a utilizzare gesti legati alle routine, quali il gesto del ‘ciao’, e l’indicazione col dito per fare una richiesta.
  • Verso l’anno di età possono comparire le prime parole legate alla sua quotidianità e ai suoi bisogni primari: mamma, papà, bibe, acqua, nanna, pappa etc…
  • Il lessico del bimbo andrà poi arricchendosi, a partire dalle parole che sentirà più spesso pronunciare dalle persone che lo circondano, con particolare orientamento verso quelle presentate attraverso il gioco, durante il quale il bimbo e l’adulto condividono strettamente lo sguardo, il sorriso e il divertimento”.

Come ci accorgiamo del passaggio da lallazione a prime parole?

“Quando parliamo di parole, ci riferiamo a una produzione verbale che ha lo scopo di indicare qualcosa in maniera univoca. Durante la lallazione, invece, una produzione come “mamamama” non è considerata una parola che indica esclusivamente la mamma, poiché quello stesso suono verrà utilizzato dal piccolo anche in situazioni nelle quali la madre non è presente, quindi in riferimento ad altri elementi. Quando il bambino assocerà uno specifico suono, sempre al medesimo elemento, allora capiremo che sarà passato dalla lallazione alla parola”.

Come stimolare la lallazione? E le prime parole? Come supportare i propri bambini?

“Il linguaggio per il bimbo è un bisogno e al tempo stesso uno strumento affascinante e divertente. Viene appreso per imitazione e coerentemente con le tappe di sviluppo poc’anzi descritte, si basa sulla vista, sull’ascolto e sulla ripetizione. In ogni fase, i genitori possono offrire il proprio prezioso supporto. Ecco di seguito alcune indicazioni da osservare:

  • Parlare da subito al bambino con tono calmo, usando spesso le stesse parole, col proprio timbro di voce;
  • Canticchiare melodie semplici;
  • Rispondere sempre al bambino che ricerca interazione, anche con un semplice versetto, creando così le basi dello scambio comunicativo;
  • Alla comparsa delle prime parole, mostrare al bambino entusiasmo rispetto ai suoi progressi linguistici;
  • I suoni onomatopeici (versi di animali, rumori di oggetti) sono molto divertenti per i bambini e risultano più semplici da produrre (bau è più semplice di cane): sono un ottimo modo per aiutare il piccolo a sviluppare il proprio lessico e accrescere le possibilità di comunicazione”.

Sono strategie adottabili per tutti i bambini?

“Sono strategie di base che vanno adattate e modellate su ogni bambino, secondo le valutazioni del logopedista e dei bisogni specifici del singolo soggetto. Ė questo lo scopo del trattamento logopedico”.

Quando è dunque indicato un percorso logopedico?

“In presenza di timori, dubbi o incertezze, il mio consiglio è di rivolgersi al Pediatra di riferimento e allo specialista in Logopedia, il quale potrà aiutare i genitori con qualche indicazione mirata. Sarà poi lo stesso logopedista a consigliare un’eventuale approfondimento, per identificare la presenza di un disturbo specifico o di un ritardo del linguaggio”.

A chi rivolgersi?

In caso di disturbi nello sviluppo del linguaggio, è fondamentale rivolgersi a uno specialista in Logopedia. Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, sono disponibili i seguenti professionisti:

 

Approfondisci le tue conoscenze, leggi gli altri articoli del sito, clicca qui.

Condividi questo articolo
Facebook
WhatsApp
Altri articoli interessanti
My Agile Privacy
Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione. Cliccando su accetta si autorizzano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su rifiuta o la X si rifiutano tutti i cookie di profilazione. Cliccando su personalizza è possibile selezionare quali cookie di profilazione attivare.

Contattaci per ogni esigenza