La depressione nell’età giovanile, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), è una patologia costantemente in crescita. Una questione di ordine medico e sociale che non va sottovalutata: se non curata infatti, la depressione giovanile può diventare cronica. A contribuire all’aumento dell’incidenza è stata anche la pandemia di Covid-19, come evidenziato tra gli altri, dal report “Health at a Glance: Europe”, frutto della collaborazione tra l’OCSE e la Commissione europea. L’emergenza sanitaria ha infatti esacerbato i fattori di rischio associati ai problemi di salute mentale, indebolendo contestualmente i fattori protettivi, in primis, la possibilità di svolgere attività fisica.
Oltre alla depressione: ansia e disturbi ossessivo-compulsivi
Al fianco della depressione, molto diffusi e spesso correlati sono i disturbi d’ansia e, con esordio graduale dall’adolescenza, i disturbi ossessivo-compulsivi, una patologia psichiatrica caratterizzata da pensieri, immagini o impulsi ricorrenti, che innescano sensazioni di ansia e disgusto e che spingono il soggetto a ripetere compulsivamente azioni materiali o mentali per tranquillizzarsi.
La parola all’esperto
Abbiamo approfondito tali tematiche con lo specialista in Neuropsichiatria Infantile del Poliambulatorio Modoetia di Monza.
Quali sono i disturbi dell’umore più diffusi nella popolazione giovanile? Quale influenza ha avuto su questi la pandemia di Covid? Quali altri fattori ambientali ne favoriscono lo sviluppo?
“Più frequenti sono i disturbi depressivi che si manifestano con un’alterazione del funzionamento cognitivo, che causa riduzione della capacità di pensare e perdita di concentrazione, autosvalutazione e ideazione suicidaria. E un’alterazione della funzione somatica, che porta a una riduzione dell’attività fisica, al rallentamento motorio, alla modificazione dell’appetito e del ritmo sonno-veglia.
Particolare attenzione va posta nei casi a esordio precoce o a presentazione atipica (ipersonnia, aumento dell’appetito) per un maggior rischio di viraggi dell’umore in senso eccitatorio con conseguente irritabilità, comportamenti disregolati o potenzialmente pericolosi e abuso di sostanze. In adolescenza, per le caratteristiche di labilità affettiva e impulsività, vi è un più alto rischio di agiti aggressivi auto ed eterodiretti.
La vulnerabilità genetica ha un ruolo chiave nel determinare una maggiore suscettibilità ai fattori ambientali: eventi traumatici, come la pandemia, che determinano isolamento relazionale e quindi la perdita di una rete sociale di supporto, rappresentano fattori di rischio per l’esordio clinico. Ulteriori fattori di rischio psicosociale sono rappresentati da insuccessi scolastici e difficoltà di apprendimento in generale e, soprattutto negli ultimi anni, dal consumo di sostanze psicotrope, in particolare l’abuso di cannabinoidi”.
Anche l’ansia, in particolare l’ansia sociale ha avuto una crescita importante negli adolescenti e non solo. Come riconoscerla? Quali sono i primi segnali a cui fare attenzione?
“Il disturbo di ansia sociale consiste nell’avere timore a partecipare ad attività, come il parlare o agire dinanzi a gruppi di persone, in cui si è osservati ed esposti al possibile giudizio o alla critica altrui. La conseguenza diretta è l’evitamento di tali situazioni”.
Come si distingue l’ansia dalla depressione? Esiste qualche legame tra le due patologie?
“La presenza di un disturbo d’ansia aumenta le probabilità d’insorgenza, nel tempo, di depressione, suicidio, abuso di alcol e altre sostanze. Dal canto suo, il disturbo depressivo presenta un’elevata comorbilità con manifestazioni ansiose con il rischio di mascheramento del disturbo stesso, che tuttavia può essere riconosciuto in quanto caratterizzato, sul piano emotivo, da mancanza di piacere, tristezza profonda, perdita di speranza per il futuro, e sul piano comportamentale, da inerzia, affaticabilità e isolamento relazionale”.
Poi ci sono i disturbi ossessivo compulsivi. Sono diffusi anche tra i bambini?
“I disturbi dello spettro ossessivo-compulsivo presentano in età evolutiva una prevalenza pari a 1-2%. L’esordio più frequentemente si colloca durante la pubertà o nella prima età adulta. Ė importante evidenziare come oltre il 50% dei pazienti adulti con DOC ha avuto un esordio sintomatologico prima dei 18 anni.
I fenotipi più comuni sono quelli della pulizia (ossessioni di contaminazione e compulsioni di pulizia) e della simmetria (ossessioni di simmetria e compulsioni di ordine e conteggio). Riguardo alle peculiarità del disturbo, in età evolutiva, le compulsioni sono più frequentemente diagnosticate delle ossessioni. Ė tuttavia probabile che anche in questa fascia di età siano presenti ossessioni, anche se non vengono descritte. In età prepuberale prevalgono invece le ossessioni aggressive; in adolescenza, quelle a contenuto sessuale o religioso. In età evolutiva è maggiore la comorbilità con disturbi da tic e con il disturbo da deficit di attenzione e iperattività”.
È possibile guarire dai disturbi ossessivo compulsivi?
“È necessaria una diagnosi e un intervento precoce, al fine di ottenere una remissione sintomatologica, dato che quando il DOC esordisce in età evolutiva è elevata la possibilità che interferisca con l’acquisizione dell’autonomia, con la vita scolastica e familiare e con lo sviluppo di un’adeguata vita di relazione. Peraltro l’elevata probabilità che si associ ad altri disordini, stimata intorno all’80%, incrementa il grado di disfunzionalità, limita la risposta al trattamento e peggiora il decorso del disturbo.
Una visita Neuropsichiatrica è dunque fondamentale per una corretta diagnosi, una valutazione delle eventuali comorbilità e per impostare il trattamento più indicato per ogni paziente. La terapia farmacologica e la Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale sono gli unici trattamenti per cui sia stata dimostrata l’efficacia. La terapia combinata ottiene la maggiore percentuale di risposta. La terapia farmacologica riveste altresì un ruolo fondamentale nella gestione terapeutica del DOC, soprattutto nei casi moderati/gravi o che presentano comorbilità con altri quadri psicopatologici o comunque dopo 6 mesi di Psicoterapia senza beneficio”.
Come possono agire i genitori in presenza di tali disturbi?
“Spesso il contesto familiare contribuisce a mantenere o peggiorare le manifestazioni patologiche. È pertanto indispensabile un’attiva collaborazione da parte dei familiari, affinché siano preparati a specifici comportamenti che non sostengano o rinforzino il disturbo”.
A chi rivolgersi?
In caso di depressione, ansia e disturbi ossessivo-compulsivi è fondamentale rivolgersi a uno specialista in Neuropsichiatria Infantile. Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, sono disponibili i seguenti professionisti:
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