La steatosi epatica, nota con l’acronimo NAFLD – Non Alcoholic Fatty Liver Disease – è la più comune malattia del fegato a livello globale. Colpisce attualmente circa nel 30% della popolazione mondiale, con un trend in crescita. Secondo il modello Markov, realizzato per stimare la progressione della NAFLD, le persone affette dalla malattia, in Italia, nel 2030 saliranno a 17,4 milioni. Rappresenterà la prima causa di trapianto di fegato in Europa, nell’immediato futuro.
La steatosi epatica consiste nell’accumulo eccessivo di grasso all’interno delle cellule del fegato. Ciò avviene perché all’organo arriva troppa energia sotto forma di acidi grassi, che sono il risultato di un eccesso di zuccheri e grassi (come avviene nei casi di diabete e nell’obesità). Tali acidi in sovrabbondanza sono tossici per il fegato, perché danneggiano i mitocondri, le centrali energetiche delle cellule. In queste circostanze, il fegato instaura un meccanismo di difesa che consiste nell’accumulare gli acidi grassi sotto forma di trigliceridi.
Quando l’afflusso di acidi grassi è non solo eccessivo, ma anche costante, questo sistema di autodifesa epatico diventa insufficiente. A questo punto si sviluppa una sofferenza epatica con infiammazione e fibrosi (indurimento del fegato): tale condizione è detta NASH (“steatoepatite non alcolica”). È più pericolosa della NAFLD, perché può evolvere in cirrosi epatica.
Tra i principali responsabili dell’aumento della disponibilità degli acidi grassi in circolo vi sono l’insulino-resistenza e un’alimentazione ipercalorica ricca in carboidrati raffinati e grassi, aggravati dalla sedentarietà e dalla predisposizione genetica.
I sintomi della steatosi epatica non alcolica
La maggior parte dei pazienti affetti da steatosi epatica non ha alcun sintomo o disturbi particolari, proprio per questo la diagnosi arriva spesso a seguito di accertamenti clinici effettuati per altre ragioni.
Quando la sindrome è sintomatica può causare:
- Affaticamento persistente (dovuto alla ridotta capacità del fegato di metabolizzare le tossine).
- Dolore al quadrante superiore destro dell’addome (si verifica raramente, se il fegato si ingrossa).
Quando la condizione evolve in fibrosi e cirrosi, le manifestazioni sono differenti:
- Perdita di appetito e di peso
- Perdita di massa muscolare
- Ingrossamento della milza
- Gonfiori agli arti inferiori
- Dolore addominale
- Nausea e vomito
- Ittero
Molta attenzione va prestata ai campanelli d’allarme indiretti:
- Resistenza all’insulina (fame improvvisa, aumento di peso).
- Pressione alta o colesterolo elevato (spesso associati alla sindrome metabolica).
Steatosi epatica non alcolica: fattori di rischio
I principali fattori di rischio per lo sviluppo della steatosi epatica includono:
- Consumo eccessivo di alcol
- Sovrappeso o obesità
- Diabete
- Dieta ricca di zuccheri e alimenti processati
- Iperlipidemia con trigliceridi elevati
- Sedentarietà
- Problemi digestivi
- Predisposizione genetica
- Rapida perdita di peso
- Alcuni farmaci.
L’alimentazione è un fattore determinante per lo sviluppo della steatosi epatica. Come accennato in precedenza, una dieta ricca di acidi grassi saturi, alimenti processati, latticini interi, carne rossa e bevande zuccherate, contribuisce all’insorgenza e alla progressione del danno epatico.
In particolare, lo stress ossidativo mitocondriale causa l’attivazione di uno stato infiammatorio a livello degli epatociti, mentre l’alterata permeabilità intestinale consente il passaggio in circolo di metaboliti batterici, capaci anch’essi di attivare una risposta infiammatoria. A ciò si aggiungono gli effetti dell’insulino resistenza che contribuiscono allo sviluppo di uno stato di low grade inflammation.
NAFLD: il legame con la sindrome metabolica e il diabete
Si stima che la steatosi epatica non alcolica sia presente nel 78,8% dei soggetti affetti da sindrome metabolica e nel 70-80% dei pazienti affetti da diabete di tipo 2. Una stretta correlazione che ha spinto alcuni esperti a rinominare la NAFLD in “malattia del fegato grasso associata a disfunzione metabolica” (MAFLD): con questo termine si evidenzia l’interazione bidirezionale tra fegato grasso e alterazioni metaboliche e rafforza la necessità di valutare tale condizione indipendentemente dal consumo di alcol e altre cause coesistenti di malattie del fegato.
Strategie preventive: la dieta per la steatosi epatica
L’aspetto positivo della steatosi epatica non complicata è che tende a regredire spontaneamente con il calo del peso corporeo e la revisione delle abitudini alimentari. Per riportare il fegato in salute è dunque fondamentale seguire una dieta sana e bilanciata, che aiuti a tenere sotto controllo il peso e a ridurre i livelli di trigliceridi nel sangue. Contestualmente è fondamentale praticare anche una moderata e regolare attività fisica. È altrettanto importante eseguire controlli periodici del sangue, per monitorare la situazione.
- Cosa mangiare con il fegato grasso: prediligere cereali integrali, fonti proteiche magre, pesce, frutta, legumi e verdura. Olio d’oliva per condire i pasti.
- Cosa evitare con il fegato grasso: limitare l’assunzione di dolci, zuccheri semplici, bibite zuccherate e bevande alcoliche. Da evitare anche i grassi saturi, presenti soprattutto in carni rosse, formaggi e salumi grassi e nei condimenti di origine animale.
Agire oggi per proteggere la salute domani
In conclusione, la NAFLD è una malattia “opportunista”, che sfrutta le abitudini dello stile di vita contemporaneo. Con piccoli gesti quotidiani – come sostituire uno snack industriale con della frutta secca, preferire le scale all’ascensore e controllare periodicamente i propri valori ematici – si può in molti casi prevenire.
A chi rivolgersi
Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, per le patologie epatiche, sono disponibili i seguenti professionisti:
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Articolo a carattere informativo/divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico/paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.