Il tumore alla vescica è un tipo di cancro che implica una crescita anomala delle cellule che rivestono la superficie interna della vescica, l’organo responsabile dell’accumulo e dell’espulsione delle urine dall’organismo. È la seconda neoplasia più diagnosticata in ambito urologico, dopo il tumore alla prostata.
Quali sono i sintomi a cui fare attenzione? Quali i fattori di rischio? Quali sono le cure disponibili e qual è il tasso di sopravvivenza? In questo articolo andremo ad approfondire tutti questi temi.
Tumore alla vescica: i sintomi
Tra i sintomi inziali del tumore alla vescica si annovera l’ematuria, ovvero la presenza di sangue nelle urine. Si tratta altresì del sintomo più importante, che si riscontra nell’80-90% (uomini e donne) delle persone a cui è stata diagnosticata questa neoplasia. L’ematuria può essere di due tipi:
- Macroscopica: visibile a occhio nudo;
- Microscopica: rilevabile solo tramite specifici esami delle urine.
Gli altri sintomi sono:
- Necessità di urinare spesso;
- Presenza di uno stimolo molto urgente;
- Difficoltà e bruciore a urinare;
- Maggior facilità a contrarre infezioni
- Dolore
L’ematuria, come anche i sintomi qui sopra menzionati, sono comuni ad altre patologie dell’apparato urinario, quali la cistite. Pertanto è sempre opportuno rivolgersi a uno specialista, per poter avere una diagnosi corretta.
Tipi di tumore alla vescica
Esistono diverse tipologie di tumori alla vescica. Il più frequente – presente nel 95% dei casi – è il carcinoma uroteliale, detto anche a cellule transizionali. I sottotipi più rari sono:
- Adenocarcinoma
- Carcinoma a cellule squamose
A seconda della sede in cui vengono localizzate le cellule tumorali, il carcinoma della vescica viene così definito:
- Non muscolo-invasivo: le cellule tumorali sono localizzate solo nell’epitelio e nella sottomucosa;
- Muscolo-invasivo: le cellule tumorali si sono infiltrate nello spessore della parete attraverso lo strato muscolare;
- Localmente avanzato: le cellule tumorali si sono estese oltre la vescica, andando a intaccare tessuti e/o organi adiacenti;
- Avanzato: le cellule tumorali hanno intaccato tessuti o organi vicini alla vescica (ma non adiacenti) o anche organi lontani.
Incidenza del tumore alla vescica
La neoplasia della vescica è una patologia che colpisce prevalentemente in età matura, ovvero tra i 60 e i 70 anni. In Italia, il numero annuale di diagnosi di tumore della vescica è in crescita. Nel 2022 sono state 29.200, con un aumento dell’8% di casi l’anno rispetto al 2017, quando furono 27.000. I più colpiti restano sempre gli uomini (è tre volte più comune negli uomini, rispetto alle donne), che sono oltre 23.000, anche se i casi femminili sono cresciuti dell’11% in cinque anni. Il cancro della vescica è la dodicesima neoplasia più diffusa a livello mondiale. Nel nostro Paese vivono 313.000 persone con questo tumore: 255.000 uomini e 58.600 donne (dati Fondazione Veronesi).
Sopravvivenza al tumore alla vescica
Il tumore vescicale viene diagnosticato nell’85% dei casi a livello superficiale; per il restante 15% è già infiltrato nei tessuti più profondi. La sopravvivenza del tumore alla vescica a 5 anni dalla diagnosi è dell’80% (4 pazienti su 5), tuttavia il rischio di recidiva è molto alto: nel 60-70% dei casi si ripresenta, non necessariamente in forma più grave rispetto al tumore originario. La prognosi varia a seconda del tipo di tumore individuato e del grado di malignità.
Fattori di rischio del tumore alla vescica
Esistono diversi fattori di rischio legati alle abitudini comportamentali e allo stile di vita:
- Il fumo di sigarettaè il principale fattore di rischio. Incide nel 50% dei casi.
- L’esposizione cronica alle ammine aromatiche e nitrosamine, in ambito lavorativo, frequente soprattutto nell’industria tessile, dei coloranti, della gomma e del cuoio;
- L’infezione da parassiti come Bilharziae Schistosoma haematobium, diffusi nei Paesi del Medio Oriente, in particolare in Egitto.
Si contempla inoltre un rischio di tipo genetico: una predisposizione a questo genere di neoplasia, ma non una mutazione genetica.
Per meglio comprendere perché il fumo da sigaretta è il fattore di rischio principale, bisogna sapere che le sostanze nocive di una sigaretta vengono filtrate dai reni, per poi finire nell’urina. Il contatto di tali sostanze con la parete interna della vescica può causare mutazioni cellulari, che portano alla formazione di neoplasie. Il rischio è proporzionale alla quantità di sigarette fumate e agli anni dedicati a questa abitudine. È importante altresì sottolineare che, come avviene per il tumore polmonare, anche il fumo passivo espone al rischio di sviluppo della neoplasia vescicale.
Tumore della vescica: cure e trattamenti
Il trattamento del tumore alla vescica è strettamente legato alla tipologia di neoplasia diagnosticata. In generale, oggi, l’approccio alla patologia prevede interventi combinati di chirurgia, chemioterapia o immunoterapia e radioterapia, secondo schemi terapeutici diversificati. I principali trattamenti chirurgici sono:
- La resezione endoscopica transuretrale, per neoplasie di piccole dimensioni non infiltranti;
- Il trattamento intravescicale con il bacillo di Calmette-Guerin: viene depositato direttamente in vescica sulle lesioni neoplastiche, provocandone l’eliminazione;
- La cistectomia: a seconda del tipo di tumore, dello stadio e della sua aggressività, l’asportazione dell’organo può essere parziale o totale.
La prevenzione del tumore alla vescica
Per la prevenzione del tumore vescicale è importante programmare, dopo i 40 anni, controlli periodici di screening. È altresì fondamentale adottare uno stile di vita il più possibile sano. In presenza di sintomi, quali minzione frequente, tracce di sangue nelle urine o dolore, è necessario effettuare tempestivamente un’ecografia dell’apparato urinario e un esame citologico urinario.
A chi rivolgersi?
Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, in ambito urologico, sono disponibili i seguenti professionisti:
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Articolo a carattere informativo-divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.