La stenosi carotidea è una patologia causata dal restringimento delle carotidi, due importanti vasi arteriosi del collo, le cui ramificazioni irrorano il collo stesso e la testa. La riduzione del loro calibro compromette più o meno seriamente la circolazione sanguigna verso il cervello. Si tratta di una patologia subdola, che si sviluppa lentamente e per lungo tempo rimane asintomatica. Inizia a dare segni della sua presenza quando i vasi sono già gravemente occlusi, con i sintomi tipici del TIA (attacco ischemico transitorio) o dell’ictus. Ė una condizione che interessa principalmente le persone sopra i 65 anni di età, tuttavia può colpire anche la popolazione giovane.
Vediamo nel dettaglio, la classificazione di severità, i sintomi, i fattori di rischio, le modalità diagnostiche e i trattamenti a oggi disponibili.
Cause della stenosi carotidea
La causa principale della stenosi carotidea è l’aterosclerosi, una condizione patologica che colpisce la struttura delle arterie: tali vasi diventano progressivamente più rigidi, a causa di un graduale accumulo di depositi (noti come placche ateromatose) costituiti da colesterolo, proteine, tessuto fibroso e materiale fibrotico. Questo processo porta a una crescente riduzione del lume dei vasi interessati e contestualmente a una diminuzione del normale apporto di sangue (e ossigeno) al cervello.
Le placche si formano con maggior frequenza in un punto ben preciso, ovvero dove l’arteria carotidea comune si divide in due: la carotide interna che porta sangue al cervello e quella esterna che porta il sangue ai muscoli del volto.
Classificazione della stenosi carotidea
La classificazione della stenosi carotidea contempla 3 livelli di severità, in base alla percentuale di ostruzione presente all’interno dei vasi:
- Minore: 0-49%
- Moderata: 50-69%
- Severa: 70-99%, fino a completa ostruzione
Sintomi della stenosi carotidea
La stenosi carotidea, come accennato in apertura, è in genere asintomatica. I pazienti si accorgono di avere un’ostruzione carotidea, quando questa è ormai severa. In tali casi le manifestazioni tipiche sono:
- Il TIA (o attacco ischemico transitorio) è un deficit neurologico temporaneo e reversibile di breve durata (dura solitamente meno di un’ora), che si manifesta con afasia (difficoltà a parlare e a comprendere il linguaggio altrui), intorpidimento o paralisi temporanea di un lato del corpo, che interessa volto, braccia e gambe (emiparesi), diminuzione della sensibilità (ipoestesia), difficoltà di movimento, perdita di equilibrio, incoordinazione, vertigini, disturbo visivo con visione doppia (diplopia), offuscata o cecità. Ė importante evidenziare che il TIA è spesso un campanello d’allarme, che precede un episodio maggiore: generalmente, una persona su tre che subisce un attacco ischemico transitorio ha un ictus entro un anno.
- L’ictus cerebrale: a differenza del TIA, comporta un danno cerebrale permanente. I sintomi sono pressoché sovrapponibili a quelli dell’attacco ischemico transitorio, con la differenza che non regrediscono. Attualmente l’ictus cerebrale rappresenta la prima causa di disabilità in Italia e la terza causa di morte nel mondo occidentale.
Fattori di rischio della stenosi carotidea
La formazione di placche aterosclerotiche può essere favorita dalla combinazione di più fattori di rischio. Il principale è l’ipertensione: la forte pressione sulle pareti arteriose può indebolirle e renderle più vulnerabili.
Altri fattori di rischio sono:
- Il fumo
- L’obesità e il diabete
- L’età avanzata
- Alti livelli di colesterolo (LDL, il colesterolo “cattivo”) e di trigliceridi nel sangue
Diagnosi della stenosi carotidea
L’ecodoppler è l’esame elettivo per la diagnosi della stenosi carotidea. Ė semplice e per nulla invasivo: si tratta di un’indagine ecografica che consente allo specialista di studiare le pareti dei vasi sanguigni, misurare il loro spessore, la velocità del flusso ematico e rilevare l’eventuale restringimento del lume, dovuto alla presenza di placche. L’esame consente inoltre di definire la struttura di tali placche. Quelle friabili, ad esempio, espongono il paziente a un rischio di ictus più elevato. L’esito indicherà con una percentuale la severità della stenosi.
Un altro esame indicato è l’AngioTAC dei tronchi sovraortici e del circolo intracranico, che consente di studiare in maniera accurata le anomalie di tali vasi.
Trattamenti della stenosi carotidea e prevenzione
Il trattamento della stenosi carotidea varia in base al grado di severità della patologia. Nelle forme asintomatiche e con stenosi di basso grado, solitamente si lavora in termini di prevenzione, modificando le abitudini quotidiane del paziente, con l’obiettivo di eliminare o quantomeno ridurre i fattori di rischio e contenere la progressione dell’aterosclerosi. I principali cambiamenti da attuare sono: smettere di fumare, perdere peso, bere alcol con moderazione, mangiare cibi sani, ridurre la quantità di sale e praticare regolare esercizio fisico.
Al cambio di stile di vita si associano alcune terapie farmacologiche. Nello specifico, il medico può prescrivere un fluidificante del sangue, come antiaggreganti piastrinici o anticoagulanti, per evitare la formazione, o il peggioramento, dei trombi; farmaci ipertensivi, come ACE-inibitori, bloccanti dell’angiotensina, beta-bloccanti, calcio-antagonisti, per controllare e regolare la pressione sanguigna; statine per ridurre il colesterolo LDL “cattivo”, in stretta combinazione con una dieta ipocalorica e a basso contenuto di colesterolo. Tali terapie possono ridurre la sintomatologia, ma anche prevenire il peggioramento.
In caso di forme sintomatiche, con stenosi pari o superiore al 50% del lume, o in presenza di stenosi maggiore del 70%, va valutata l’opzione dell’intervento chirurgico, al fine di ristabilire il corretto afflusso sanguigno all’interno delle carotidi. Esistono due opzioni: intervento vascolare oppure da angioplastica con palloncino, che prevede l’inserimento di uno stent nell’arteria carotide interna.
A chi rivolgersi?
In caso di stenosi carotidea, è fondamentale rivolgersi a uno specialista in Chirurgia Vascolare, che, dopo un’accurata anamnesi e l’esecuzione di un ecodoppler, potrà valutare il grado di severità dell’ostruzione e quindi impostare un adeguato percorso terapeutico.
Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, sono disponibili i seguenti professionisti:
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Articolo a carattere informativo-divulgativo. In nessun caso può sostituire la formulazione di una diagnosi o la prescrizione di un trattamento. Non intende altresì sostituire il rapporto diretto medico-paziente o la visita specialistica. È sempre raccomandato rivolgersi a un medico in caso di dubbi o necessità.