La rosacea è una malattia infiammatoria cronica della pelle che colpisce principalmente il viso, in particolare guance, naso, fronte e mento. Si manifesta con un arrossamento persistente, la comparsa di piccoli capillari visibili (teleangectasie), bruciore, pizzicore e, in alcuni casi, anche con pustole simili all’acne (ma senza i classici punti neri). È una condizione spesso sottovalutata nelle fasi iniziali, ma che può peggiorare nel tempo se non trattata correttamente. L’estate è una delle stagioni più critiche per chi soffre di rosacea: caldo, sole e salsedine possono intensificare i sintomi e rendere la pelle ancora più reattiva. L’esposizione ai raggi UV stimola la dilatazione dei capillari, aumentando l’arrossamento e la sensazione di calore sul viso. Anche la sudorazione eccessiva o l’aria condizionata possono causare sbalzi termici che scatenano le riacutizzazioni.
In questo articolo entreremo nel dettaglio dei sintomi e delle cause della rosacea, a seguire, grazie al contributo del Dott. Luca Mariano – dermatologo del Poliambulatorio Modoetia – approfondiremo l’impatto del sole e del caldo estivo sui soggetti affetti dalla patologia e scopriremo i trattamenti più indicati.
Rosacea: i sintomi da non ignorare
I sintomi della rosacea variano da persona a persona, ma ci sono segnali precoci che è importante riconoscere:
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Rossore ricorrente o persistente al viso, soprattutto dopo sbalzi termici o esposizione al sole.
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Sensazione di calore, pizzicore o bruciore cutaneo.
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Presenza di capillari evidenti o sfoghi simili a quelli dell’acne.
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Aumento della reattività cutanea a prodotti cosmetici, freddo, caldo, cibi speziati o alcolici.
Questi segnali possono essere intermittenti all’inizio, ma col tempo diventano persistenti. Intervenire tempestivamente è il modo migliore per gestire la patologia ed evitare la progressione verso forme più avanzate.
Le cause della rosacea
Le cause della rosacea non sono ancora del tutto chiare, tuttavia si ritiene che a scatenarla sia una combinazione di fattori:
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Predisposizione genetica e familiarità.
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Alterazioni del sistema immunitario e della barriera cutanea.
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Presenza di microorganismi come il Demodex folliculorum o squilibri del microbioma.
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Condizioni gastrointestinali come SIBO o infezione da Helicobacter pylori.
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Fattori ambientali, stress, alimentazione e fototipo chiaro.
È doveroso chiarire che la rosacea non è causata da scarsa igiene, né è contagiosa.
La parola all’esperto
Dott. Mariano, in che modo caldo, sole e salsedine possono peggiorare i sintomi della rosacea e quali sono gli errori più comuni che andrebbero evitati in estate?
“Durante l’estate, chi soffre di rosacea tende a notare un peggioramento dei sintomi, e non è un caso. Il caldo, per esempio, stimola la dilatazione dei capillari e rende la pelle più reattiva: bastano pochi minuti al sole o una giornata particolarmente afosa per sentire il viso ‘accendersi’ di rossore. Anche il sole gioca un ruolo importante: i raggi UV, infatti, possono innescare una reazione infiammatoria che irrita la pelle già sensibile, peggiorando il rossore e, in certi casi, provocando anche la comparsa di piccoli sfoghi. La salsedine, poi, pur essendo naturale, può seccare e sensibilizzare ulteriormente la pelle se non viene sciacquata via, soprattutto se si resta a lungo al sole senza protezione o con la cute già stressata dal calore.
Uno degli errori più comuni è quello di esporsi al sole senza una protezione adatta: spesso si pensa che basti una crema qualsiasi, ma chi ha la rosacea ha bisogno di filtri delicati e specifici, da riapplicare regolarmente. Anche detergere la pelle con prodotti troppo aggressivi o dimenticarsi di risciacquarla dopo il mare può sembrare un dettaglio da poco, ma può peggiorare ulteriormente la situazione. Infine, capita che si ignori il ruolo dell’alimentazione o di alcune abitudini – come bere alcolici sotto il sole o consumare cibi piccanti – che in estate possono amplificare le reazioni della pelle. In sostanza, la rosacea va ascoltata: ogni piccolo segnale può essere un invito a rallentare, a proteggere meglio la pelle e a scegliere con attenzione come prendersene cura, soprattutto nei mesi più caldi”.
Quali sono i trattamenti dermatologici più indicati per la gestione della rosacea nella stagione estiva?
“Durante l’estate, la pelle con rosacea può diventare ancora più sensibile, quindi è importante scegliere trattamenti dermatologici che siano efficaci ma allo stesso tempo delicati. In generale, nei mesi caldi si tende ad evitare procedure troppo aggressive, come peeling profondi o laser ablativi, che potrebbero aumentare l’infiammazione o causare reazioni indesiderate sotto il sole.
Tuttavia, esistono opzioni sicure anche nei mesi estivi. Alcuni laser vascolari non ablativi o sedute di luce pulsata possono essere utilizzati con buoni risultati, soprattutto per trattare i capillari visibili e l’arrossamento diffuso, ma devono essere programmati con attenzione e solo se non ci si espone al sole nei giorni immediatamente successivi. In estate, si preferisce puntare su soluzioni ancora più leggere e ben tollerate: trattamenti topici prescritti dal dermatologo – come creme a base di metronidazolo, ivermectina o acido azelaico – possono aiutare a tenere sotto controllo l’infiammazione, a patto di abbinarli sempre a una protezione solare adatta alla pelle sensibile”.
Qual è la sua opinione sull’uso prolungato di dermocorticoidi?
“Sono da evitare nella rosacea, soprattutto sul viso. L’uso prolungato peggiora il quadro clinico, favorisce la comparsa di rosacea steroidica e altera la barriera cutanea. Se usati, devono essere prescritti con estrema cautela”.
Ha notato differenze nella risposta ai trattamenti, tra uomini e donne, tra giovani adulti e pazienti più anziani, o in presenza di altri fattori legati al quotidiano o alla storia familiare?
“Sì. Le donne rispondono meglio ai trattamenti topici, mentre negli uomini la rosacea tende a forme più severe. I giovani mostrano maggiore reattività, gli anziani una cronicità più marcata. La familiarità e lo stile di vita influenzano molto il decorso”.
Quali sono i segnali precoci che suggerisce ai pazienti di non sottovalutare?
“Molte persone tendono a pensare che un po’ di rossore sul viso sia normale, magari dovuto allo stress, al caldo o a una pelle particolarmente sensibile. Ma ci sono alcuni segnali che, se si ripetono o diventano costanti, non andrebbero mai ignorati, perché possono indicare l’inizio di una rosacea.
Uno dei primi campanelli d’allarme è proprio il rossore intermittente, soprattutto su guance, naso, fronte o mento. Se la pelle ‘si accende’ facilmente dopo uno sbalzo di temperatura, un bicchiere di vino, una doccia calda o l’esposizione al sole – e questo rossore non svanisce in pochi minuti – è bene iniziare a darle attenzione. A volte compare anche una sensazione di bruciore, pizzicore o calore sulla pelle, come se fosse costantemente ‘in allerta’. Un altro segnale da non sottovalutare è la comparsa di piccoli capillari visibili, o di imperfezioni simili all’acne, ma senza i classici punti neri. In molti casi, questi segnali compaiono gradualmente e vengono confusi con una semplice pelle reattiva. Ma riconoscerli per tempo è fondamentale: prima si interviene, più è facile tenere sotto controllo la rosacea e prevenirne l’evoluzione verso forme più visibili e fastidiose”.
Ci sono criteri clinici o dermatoscopici che aiutano a distinguere una rosacea da altre dermatosi infiammatorie simili?
“Sì. Clinicamente si osserva eritema persistente centrale, capillari dilatati, papule/pustole senza comedoni. La dermatoscopia evidenzia reticolo vascolare lineare e ramificato, tipico della rosacea, assente in acne o dermatite seborroica”.
In che misura il fototipo incide sulla gravità o la frequenza delle manifestazioni?
“I fototipi chiari (I e II) sono più soggetti a rosacea e mostrano sintomi più evidenti. Tuttavia, anche nei fototipi scuri può comparire, ma tende a essere meno visibile e talvolta sotto-diagnosticata”.
Ci sono correlazioni tra rosacea e altre patologie sistemiche (intestinali, autoimmuni, cardiovascolari) che considera rilevanti?
“Sì. È stata osservata un’associazione con patologie gastrointestinali (come l’Helicobacter pylori o la SIBO), disturbi autoimmuni e, in alcuni studi, anche con un rischio cardiovascolare aumentato”.
Nella sua esperienza, il microbioma cutaneo gioca un ruolo? Ha mai integrato probiotici o altre terapie?
“Il microbioma ha un ruolo importante. In alcuni casi integro probiotici orali o topici, soprattutto se sono presenti disbiosi intestinali o una pelle molto reattiva. L’obiettivo è riequilibrare e rafforzare la barriera cutanea”.
La componente psicologica ha un ruolo nei casi più difficili? Come supporta chi vive con disagio l’impatto estetico della rosacea?
“Assolutamente sì. L’impatto estetico può influenzare autostima e vita sociale. Il supporto psicologico, anche solo attraverso l’ascolto e l’educazione terapeutica, è parte fondamentale della gestione. In alcuni casi è utile collaborare con uno psicologo”.
A chi rivolgersi
Al Poliambulatorio Modoetia di Monza, in ambito dermatologico, sono disponibili i seguenti professionisti:
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